Scrittore e giornalista statunitense di origini ebraico-ungheresi, nato a Sighetu nel 1928 e morto a New York nel 2016.
Sopravvissuto ad Auschwitz e Buchenwald, dove perde i genitori e la sorella minore, nell’aprile 1945 viene assegnato a un orfanotrofio francese.
Dopo gli studi di filosofia alla Sorbona si dedica al giornalismo.
La prima prova letteraria è un lungo racconto della sua esperienza nei lager, scritto in yiddish e pubblicato in Argentina nel 1955; consigliato da Mauriac (con cui instaura una profonda amicizia) ne ha affronterà poi la riscrittura in francese, dando vita a uno dei capisaldi della letteratura dell’Olocausto, La notte (1958): in una prosa scarna e frammentata, il romanzo descrive il sovvertimento di ogni valore umano, fisico e spirituale, la «notte» appunto, della razionalità e della fede nell’anima individuale e dell’intero genere umano. Cittadino statunitense dal 1963, insegna all’università di Boston e ottiene molti riconoscimenti di prestigio, tra cui il Nobel per la pace (1986), per il messaggio di umanità e speranza trasmesso dalle sue opere.
Sulla Shoah, i pogrom e i campi di concentramento staliniani è incentrata la sua vasta produzione, sia narrativa (L’alba, 1960; Il giorno, 1961; La città della fortuna, 1962; Ebrei del silenzio, 1966; Il testamento di un poeta ebreo assassinato, 1981; Dopo la notte, 2003; La danza della memoria, 2006; Le due facce dell'innocente, 2008; Rashi. Il grande commentatore, 2009; A cuore aperto, 2011), sia teatrale (Il processo di Shamgorod, 1979). È anche autore di numerosi saggi storici, politici e di esegesi biblica (il ciclo delle Celebrazioni, pubblicate in diversi volumi dal 1972 al 1998).